martedì 9 dicembre 2014

Godere dei Segreti

Essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Stringimi i fianchi e annullati.

Il tempo scorre ma loro non hanno alcuna fretta, non questa notte. Non devono far ritorno in nessuna casa. Non hanno una casa. La Vita, la Morte, quale eterno mistero cela. Casa è qui, su questo oceano rosso, al mio fianco, nel mio caldo abbraccio. Risiede nella mia lingua, nell'acqua che gocciola. Così dolce e crudele perdere la via anche solo per secondi. Infiniti. Così dolce e crudele. Nel silenzio. Così dolce. Il suo respiro non è che un canto d'usignolo. In attesa di giochi senza memoria dove vendersi e svendersi e poi dimenticare. Cosa di alta magia non ferirsi mai nella perdita del proprio sè. Nella perdita di tutta la ragione che fuori ci si impone. Avranno conosciuto giorni di famiglia dove gli si diceva cosa mangiare e come, sulle gambe delle loro madri e dei loro padri. Madri innocenti, angeli del focolare... bianche madri. Madri che non ho mai avuto. E un padre che andasse a perdersi, dentro perdute peccaminose più della consorte. Ho conosciuto soltanto la sua Luce. Ascoltavo le parole di quella donna, coperta da una vestaglia rossa. Si sentiva bella. Fors'anche libera nella coscienza di non essere riconoscibile. Di poter essere tutto e niente. Libera, per una volta, nella vita. Se non avessi la libertà, ogni giorno della mia esistenza, sarei inquieta. Vivere per sempre. Non morire. Chi farebbe una vita del genere se, come dice lei, non si ha più nulla da perdere? Se non ho niente da perdere preferisco finire il mio ciclo di vita. Invecchiare, lentamente, invecchiare. Non voglio avere un futuro non sinfonico. Dove ho perso davvero tutto. Mi sentirei in vena di fare del male. Amplificato oltre il dovuto. Lui è arrivato, preannunciando qualcosa di più. Comunione di intenti. Sentivo il bisogno di baci, il delirio delle mie voglie riempire tutto. Regalerei la mia lingua per tanti occhi che, spettatori, si lasciano cullare dalla mia arte. Un perdersi veloce che riscalda solo i pensieri. Tutto conserva uno strato di brillante perfezione, come il bianco che cade dalle nuvole e si disintregra al calore del sole. La perfezione: non ho mai capito cosa fosse ma a pensarci è il bianco. Sicuramente è il bianco, sì. Camille è bianca. Un albinismo nascosto con sapienza. Come lei mi ha toccata, fatta godere, più volte, io ho fatto godere quella donna, quell'usignolo fin troppo intelligente per non essere qualcuno che, fuori dal Red, studia sui libri. La Sapienza si accosta sempre al Mistero. Il Mistero è Passione. Ogni passione ha un centro diverso, una causa diversa, una fine... diversa. Oppure può durare per sempre. Ci sono varianti in questa esistenza che non si possono controllare o decidere. Perchè stanotte non cambia nulla e cambia tutto. Ho assaporato labbra morbide e femminee, leccato la sua gola, il suo collo, la sua pelle chiara. Ho infilato le mie dita tra i suoi capelli chiari e umidi e dentro le sue voglie più nascoste. Orgasmi. Lei non sembrava, all'inizio, propensa alla presenza altrui. Ma si è lasciata andare... a me, a noi. L'ha chiamato. Vicinanza. Un gesto. Un gesto soltanto per farlo avvicinare. Io lo guardavo. Gli occhi fissi ad osservare ogni sua espressione, considerare il suo desiderio, farlo mio. Ho sfidato ogni sua resistenza e, mentre baciava lei, io toccavo la sua erezione. Lui toccava la mia intimità, la mia carne più morbida, quella più calda. E' arrivato a superare quel limite, grazie a me. Amo farli godere. Godo solo per questo. Potrei vivere per dar loro  la Pace. Appagamento. Lei se n'è andata, felice... sì, forse era felice. Soddisfatta, tanto quanto me. Lui mi ha attirata a sè, da dietro. Le sue mani sopra i miei fianchi ardenti. Sapore liquido. 'Non così in fretta...'. Mi ha baciata, come si fa con i fanciulli, con dolcezza, sul capo. Penso alla dolcezza come qualcosa di estremamente violento. Violento. Sono sfilata via. Si è preso un pezzo di noi: rossi filamenti. L'alcool supera la mia emotività e lascio scivolare le emozioni come veli gonfiati al vento. Trasportati via. Mai più ritrovati.

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